an obsession with bodily incorporating little bits of inert matter...

venerdì 29 maggio 2009

La V.alletta

Le prime luci dell'alba rischiarono le strade e le facciate dei palazzi.
Il vento leggero porta nelle strade l'odore del pesce pescato la notte.
E le voci, confuse tra il canto dei gabbiani.
Alla taverna vicino al porto, due persone discutono sedute ad un tavolo sorseggiando birra, mentre il proprietario ancora sistema le sedie per i clienti della giornata.


- Posso sapere perché siamo qui seduti alle cinque del mattino?
Ho bisogno di dare un senso a questo schifo di mattina.
Questo posto puzza come una latrina, la birra è calda e il mio V-amp ottico mi sta facendo scoppiare la testa...
- Rilassati. Aspettiamo il guercio.
- Chi?
- Il Guercio....Gozer
- Ah...
Lui lo sa che lo chiami il Guercio?
- Certo
- E come mai ancora non ti ha staccato quella testa deforme dal collo?
- Tutti sull'isola lo chiamano così.
- Un tipo alla mano, questo guercio.
- Non direi proprio... è che poche persone possono chiamarlo per nome.
- Ah si?
- Si. È una forma di rispetto, qui nessuno chiama per nome qualcuno se non lo conosce personalmente. I nomi hanno ancora un significato, qui.
- Quindi a te ti chiamano il ciccione?


Un terzo uomo si siede al loro tavolo. Indossa una sahariana e un largo Panama bianco consumato sul bordo. Si accende una Wiston con un consumato zippo nero e aspira profondamente prima di parlare:


- Finitela voi due.
- Perché ancora non è arrivato, Dus? Le attese mi snervano...
- La nave dovrebbe arrivare a momenti.
- La nave? Vuoi dire che sta tornando in nave?
- Non arriva mai in aereo sull'isola, deve sempre passare per il porto.
- Così la città lo vede arrivare...
- Mi sono sempre chiesto perché uno dovrebbe decidere di vivere così...
- Le vite sono tutte uguali alla fine, opportunità, avventure, tramonti e morte nella polvere.
- Sei un inguaribile ottimista Dus.
Mi chiedo come hai fatto a sopravvivere fino ad oggi negli affari esteri.

Dus si slaccia il polsino sinistro e arrotolando la manica della camicia sudata, scopre un piccolo display digitale saldato nell'avambraccio coperto di cicatrici, costellato di valori e grafici e di fili che partendo dalle estremità si insinuano come vene e arterie sottopelle fino a sparire in profondità..

- Un piccolo regalo del dipartimento in seguito all'incidente di Praga.
- E' per questo che non ti si drizza più, eh Dus?
- Non ti prendo a pugni solo perché sei giovane, hai ancora tutto il tempo per provare l'esperienza di saltare in aria in qualche piazza affollata, mentre le tue budella di adagiano sul selciato e tu cerchi di capire dove possono essere volate via le tue gambe...
- Che schifo Dus, finiscila.
- Volevo solo rassicurarlo. Lavorare per il dipartimento non è tutto figa e caviale, come pensa lui...
- In effetti voi due siete quanto di più lontano dalla figa potesse capitarmi, cristo santo...
- Piuttosto, Lei è già qui?
- No, verrà con lui.
Così al porto li vedranno arrivare insieme.
- Scherzi?
- No, non scherzo mai quando parlo del Guercio.
- Questa storia non ha senso.
- Molte cose non hanno senso qui, e altre insensate lo acquistano di diritto.
- Lei dovrebbe essere sotto copertura, e invece scenderanno dalla nave come due star hollywoodiane... geniale.
- Non conosco copertura migliore del Guercio, a dire la verità.
Nessuno la toccherà una volta sbracati sull'isola.
- E allora che ci facciamo qui noi tre?
- Noi siamo qui per lui, veramente.
Perché è l'unico che conosceva bene il nostro uomo.
- Il morto?
- Il morto.
- E quindi?
- Quindi devo sempre spiegarti tutto...
- Lo sai, i morti non parlano più. E' che sono troppo presi a fare i morti.
- E lui cos'è, un medium?
- Qualcosa del genere.
- E ci aiuterà?
- Suppongo.
- E dopo che succederà?
- Perchè deve sempre succedere qualcosa dopo?


***

In piedi sul ponte della nave, due persone osservano il porto e la città avvicinarsi, lentamente, danzando nella luce dell'alba. Una bonaccia momentanea diretta verso terra accarezza dolcemente i neri capelli di lei. I contorni e i colori definiti, i muri bianchi e il campanile, il molo e le case. Ogni cosa è ora chiara e profonda...

- In queste prime ore del giorno il cielo sembra sempre vicinissimo al mare.
- E' vero. Sembra una conchiglia in procinto di schiudersi.
Loro sanno perché io sono qui?
- No, sanno solo che hai abbandonato il programma di copertura.
- Cosa succederà una volta sbarcati sull'isola?
- Li incontreremo. Io dirò loro quello che vogliono sapere, e poi ci lasceranno in pace.
- Ne sei sicuro? Gli dirai chi sono in realtà?
- Dus sa chi sei. Per questo ha lasciato che ti portassi via.
- Siete amici?
- No. Ma gli ho salvato la vita una volta.
- Hai salvato anche la mia.
Ora basta salvare vite.
Prima o poi qualcuno dovrà pur morire.
E' la Tragedia che lo impone.
- Allora non ci resta che aspettare l'ultimo atto, Giulietta.
- Si Romeo. In fondo, non potrebbe finire diversamente...
- Chi può dirlo.
- ll sole comincia a scaldare l'aria, finalmente.
- Sarà una bella giornata.
- Ne sono sicura.

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